Antonio Stornaiolo, attore di professione, scrittore per diletto, buongustaio per nascita si racconta con la stessa verve che mette nelle sue esibizioni, ma anche con un po’ di pudore.
Napoletano di nascita e barese di adozione, quanto sei legato alle tradizioni gastronomiche di questi luoghi?
"Sono legatissimo ad entrambe le città. Le cose buone di Napoli mi riportano alla mia infanzia. I purpitielli affogati, il pane con le noci (di Sorrento, of course), la mozzarella di bufala in mezzo al pane cafone e naturalmente la pizza. Quella vera. Di Sorbillo, in Via dei Tribunali: meravigliosa! A proposito. Da piccolo, ogni compleanno lo festeggiavo con la "millefoglie" di Scaturchio. Non so se mi spiego"
Ha mai cucinato per conquistare una donna? O una donna ha mai cucinato per conquistarti?
"In cucina sono una schiappa. A stento riesco a preparare una spaghettata aglio ed olio, dunque di conquiste manco a parlarne. Mi lascio però sedurre con maggiore facilità se la signorina è abile ai fornelli. Anzi, la donna chef mi fa venire l’appetito. Capisci a mmè"
Nel tuo sito c’è una rubrica che si chiama: "Quindici Ricette Pugliesi per soli uomini" e una introduzione in cui si legge: "Noi popoli grassi non abbiamo bisogno di mangiare. Abbiamo però bisogno di raccontare cosa mangiamo." Ci racconti il tuo pranzo dei sogni?
"Semplicissimo. Ragù di mammà, braciole, patate al forno e per finire un bel babà con crema e panna."
Consiglia un vino ai nostri lettori, motivando la scelta.
"Di vini ne consiglio due. Uno pugliese ed uno campano. Il primo si chiama Vandalo della Tenuta Cocevola. É un purosangue realizzato con uve nero di troia. Senti il mirtillo, la ciliegia e l’amarena. Ma soprattutto a colpirti è il suo spessore, la sua forza, la sua volontà. Come i pugliesi, stupisce e non tradisce. Il secondo è o’ Per’ e Palummo di Ischia. Cosa dire. É un vino che mi fa felice e contento. Il suo colore rubino mi trascina verso il Vesuvio, verso l’isola, verso il mare. Andrei ad Ischia a nuoto per berne un solo sorso"
Girando l'Italia, quale cucina ti piace di più? Hai qualche preferenza?
"Fra tutte, le cucine meridionali sono le migliori. E chiacchiere non ce ne vogliono. In Sicilia, ad esempio, fanno cose da pazzi. Ovviamente Puglia e Campania guai a chi me le tocca".
Il tuo ristorante preferito?
"Il Pashà di Conversano, vicino Bari. Un posticino incantevole, dove l’eccellenza abbonda, ma con eleganza e discrezione. Andate a nome mio, chiedete di Antonello e/o Maria e sarete trattati bene"
Come ti definiresti a tavola?
"Insofferente. Preferisco di gran lunga il buffet. Ma non per questo non mi godo le gioie della tavola".
I tuoi progetti futuri?
"Andare subito di là in cucina a mangiare una cosa. Mi avete fatto venire l’acquolina bocca. Con permesso"
ANTONIO STORNAIOLO
É nato a Napoli nel 1961, ma vive a Bari. Dopo la Maturità Classica, si laurea in Lettere al Dams di Bologna (110/110 con lode). Nel 1995 diventa giornalista pubblicista. Ha frequentato stages teatrali e drammaturgici di formazione con Ingemar Lindh, Julian Beck, il Teatro Nucleo di Ferrara. Appassionato di libri e scrittura creativa, quando può pratica l’Automobilismo agonistico. La sua attività di attore comincia nel 1985, protagonista di diversi film, di numerosi programmi tv, autori di libri, e tanto altro. Ricordiamo due cose tra le tante, i mitici "Toti e Tata" con Emilio Solfrizzi ed il programma condotto con Renzo Arbore "Meno siamo e meglio stiamo" .
Napoletano di nascita e barese di adozione, quanto sei legato alle tradizioni gastronomiche di questi luoghi?
"Sono legatissimo ad entrambe le città. Le cose buone di Napoli mi riportano alla mia infanzia. I purpitielli affogati, il pane con le noci (di Sorrento, of course), la mozzarella di bufala in mezzo al pane cafone e naturalmente la pizza. Quella vera. Di Sorbillo, in Via dei Tribunali: meravigliosa! A proposito. Da piccolo, ogni compleanno lo festeggiavo con la "millefoglie" di Scaturchio. Non so se mi spiego"
Ha mai cucinato per conquistare una donna? O una donna ha mai cucinato per conquistarti?
"In cucina sono una schiappa. A stento riesco a preparare una spaghettata aglio ed olio, dunque di conquiste manco a parlarne. Mi lascio però sedurre con maggiore facilità se la signorina è abile ai fornelli. Anzi, la donna chef mi fa venire l’appetito. Capisci a mmè"
Nel tuo sito c’è una rubrica che si chiama: "Quindici Ricette Pugliesi per soli uomini" e una introduzione in cui si legge: "Noi popoli grassi non abbiamo bisogno di mangiare. Abbiamo però bisogno di raccontare cosa mangiamo." Ci racconti il tuo pranzo dei sogni?
"Semplicissimo. Ragù di mammà, braciole, patate al forno e per finire un bel babà con crema e panna."
Consiglia un vino ai nostri lettori, motivando la scelta.
"Di vini ne consiglio due. Uno pugliese ed uno campano. Il primo si chiama Vandalo della Tenuta Cocevola. É un purosangue realizzato con uve nero di troia. Senti il mirtillo, la ciliegia e l’amarena. Ma soprattutto a colpirti è il suo spessore, la sua forza, la sua volontà. Come i pugliesi, stupisce e non tradisce. Il secondo è o’ Per’ e Palummo di Ischia. Cosa dire. É un vino che mi fa felice e contento. Il suo colore rubino mi trascina verso il Vesuvio, verso l’isola, verso il mare. Andrei ad Ischia a nuoto per berne un solo sorso"
Girando l'Italia, quale cucina ti piace di più? Hai qualche preferenza?
"Fra tutte, le cucine meridionali sono le migliori. E chiacchiere non ce ne vogliono. In Sicilia, ad esempio, fanno cose da pazzi. Ovviamente Puglia e Campania guai a chi me le tocca".
Il tuo ristorante preferito?
"Il Pashà di Conversano, vicino Bari. Un posticino incantevole, dove l’eccellenza abbonda, ma con eleganza e discrezione. Andate a nome mio, chiedete di Antonello e/o Maria e sarete trattati bene"
Come ti definiresti a tavola?
"Insofferente. Preferisco di gran lunga il buffet. Ma non per questo non mi godo le gioie della tavola".
I tuoi progetti futuri?
"Andare subito di là in cucina a mangiare una cosa. Mi avete fatto venire l’acquolina bocca. Con permesso"
ANTONIO STORNAIOLO
É nato a Napoli nel 1961, ma vive a Bari. Dopo la Maturità Classica, si laurea in Lettere al Dams di Bologna (110/110 con lode). Nel 1995 diventa giornalista pubblicista. Ha frequentato stages teatrali e drammaturgici di formazione con Ingemar Lindh, Julian Beck, il Teatro Nucleo di Ferrara. Appassionato di libri e scrittura creativa, quando può pratica l’Automobilismo agonistico. La sua attività di attore comincia nel 1985, protagonista di diversi film, di numerosi programmi tv, autori di libri, e tanto altro. Ricordiamo due cose tra le tante, i mitici "Toti e Tata" con Emilio Solfrizzi ed il programma condotto con Renzo Arbore "Meno siamo e meglio stiamo" .