martedì 1 luglio 2008

Chiacchiere...con lentezza

Chiacchierata con Carlo Ferretti, emiliano schietto, bancario in pensione ma soprattutto Presidente del Consorzio di tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia.

Come è diventato produttore?
“La produzione dell'Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia, a livello amatoriale, è certamente uno tra i miei hobby a cui ho dedicato maggiori energie e tempo. Questa passione è nata, quando mi è capitato di incontrare il cavaliere Nando Cavalli, il principale artefice del riconoscimento ufficiale della denominazione del prodotto, prima persona a dedicarsi con entusiasmo alla divulgazione della conoscenza di questo “elisir”. Nel 1965 acquistai da lui le prime tre botticelle e, con le poche nozioni da autodidatta, iniziai la mia produzione.
Si può visitare un acetaia?
Per visitarla basta una telefonata. Buona parte dei nostri produttori, su prenotazione consentono la visita agli ambienti della produzione perché sanno che il mezzo migliore per coinvolgere quanti non hanno mai frequentato questo mondo è consentire loro di registrare un ricordo indelebile.
Dove si compra?
La vendita avviene generalmente in negozi specializzati che trattano ingredienti particolari e ricercati, in enoteche e nei ristoranti che lo utilizzano, ma volendo anche attraverso internet.(Acetaia Dodi, Azienda Agricola Venturini Baldini, Il Borgo del Balsamico, Colli & Colli).
Come preservare la tradizione?
Nei secoli passati molti sono i documenti attestanti che le botticelle di balsamico erano inserite negli elenchi dotali per arricchire la dote delle nobildonne che si maritavano. Oggi continua la tradizione dei nonni che, per lasciare un ricordo inesauribile e con la speranza che la tradizione venga conservata e tramandata, alla nascita di ogni nipote, acquistano ed attivano una nuova batteria che intestano ai neonati.