Bosana, Nocellara del Belice, Carolea, Biancolilla, Ogliarola, Ravece: sono alcune delle varieta' di oliva messe a confronto nel corso del seminario di aggiornamento, organizzato ad Ariano Irpino da Assam, Cra, il Sole 24 Business Media insieme all'Assessorato Regionale all'Agricoltura, e al Consorzio Coprovoli.
Un' intera giornata durante la quale addetti ai lavori, degustatori professionisti, giornalisti e produttori hanno con competenza ma anche con la piacevolezza di un'amichevole convivialità, analizzato i pregi degli oli monovarietali o monocultivar ottenuti cioè frangendo un solo tipo di oliva.
Condimento unico in cottura e a crudo della dieta mediterranea; diffusissimo in tutt'Italia che vanta piu' di cinquecento tipi di olivo, l'olio porta gusto e sapore a tavola e garantisce salute e benessere. Merito dei polifenoli. Medici, chimici, cattedratici e degustatori li conoscono e riescono a capire se in un olio ce ne sono pochi o molti. E sono tutti concordi nel dire che più ce ne sono più quell'olio fa bene alla salute e meglio si conserva in dispensa. E i consumatori? Come possono sapere se nella loro oliera i polifenoli ci sono? Basta assaggiare se si sente il piccante e l'amaro è merito dei polifenoli. Dunque l'amaro e il piccante identificano un buon olio. Assaggiare quindi, ma anche annusare aiuta a catalogare: si può sentire il profumo di oliva verde o matura che ci dice in che momento le olive sono state raccolte. Si possono sentire l'erba, la foglia, la mandorla, il carciofo il pomodoro, la mela, i frutti di bosco, le erbe aromatiche, la frutta matura.
Ma soprattutto si possono sentire i difetti: il sentore di vino e per questo lo si squalifica come 'avvinato'; l'aceto (inacetito): il rancido, la morchia (deposito semifluido e scuro che si stratifica in fondo ai contenitori).
Certo non tutti hanno voglia e curiosità di cimentarsi in prove di assaggio ma è pur vero che molti cucinano e tutti mangiamo quindi dell'olio non possiamo fare a meno; tanto vale che sia buono e salutare.
Di tutto questo, hanno ragionato ad Ariano Irpino, Barbara Alfei (capo panel Assam) che con competenza e sorriso ha presentato e spiegato oli e tecniche di assaggio, Carlo Sardo (funzionario assessorato all'Agricoltura) che ha illustrato l'impegno della Regione Campania nel difendere e catalogare le piccole produzioni, Raffaele Sacchi (docente Facoltà di Agraria di Portici), che unendo scienza e brio ha raccontato le proprietà degli oli a crudo e in cottura e Michele Masuccio (presidente del Consorzio Coprovoli) che ha, con garbata gentilezza fatto gli onori di casa; in attesa della quarta dop per l'olio campano che ormai per quel che riguarda le procedure in dirittura d'arrivo, assegnerà la certificazione alle produzioni delle 'Colline dell'Ufita' di cui la 'Ravece' e il suo spiccato sentore di pomodoro, è la regina.